Come trasformare le idee in denaro

Se siete fra quelli che ritengono che, da soli, l’onestà e il duro lavoro possano
arricchirvi, cambiate modo di pensare! Non è vero! Quando si accumulano in
gran copia, le ricchezze non sono mai soltanto il frutto del lavoro indefesso. Se
vi arricchirete, sarà perché lo avete voluto con determinazione, in base a un
intenso desiderio e applicando precisi princìpi, e non per un colpo di fortuna.
In senso generale, un’idea è un impulso mentale che sprona all’azione
facendo appello all’immaginazione. Tutti i grandi venditori sanno che, quando

non si può piazzare la merce, è possibile vendere le idee. I venditori comuni non
lo sanno, ecco perché sono “comuni”.

L’immaginazione non ha un prezzo stabilito: i creativi impongono le idee e
fanno il mercato; se sono bravi, vengono pagati come meritano.
La storia di quasi tutti i successi economici esordisce il giorno in cui un
creatore di idee e un venditore di idee si mettono assieme e collaborano
armoniosamente.

Andrew Carnegie, come Henry Ford si circondario di uomini che sapevano fare tutto
ciò che lui non sapeva fare, uomini pieni di immaginazione, creativi che
trasformavano le idee in azioni pratiche, arricchendo così se stessi e gli altri.
Ci sono milioni di persone che passano la vita a sperare in un “colpo”
fortunato. Forse chi fa un colpo, può avere un’occasione, ma i progetti migliori
non dipendono dalla fortuna. Come per Napolein Hill è stato un caso a dargli la migliore occasione della sua
vita, ma ci ha messo venticinque anni di impegno e determinazione per
trasformarla in un vantaggio perpetuo.
La sua fortuna fu quella di incontrare Andrew Carnegie e di guadagnarsi la
sua fiducia e collaborazione. Allora, lui gli inculcò l’idea di cercare di spiegare i
princìpi del successo, integrandoli in una filosofia coerente. Migliaia di persone
hanno sfruttato le scoperte che ha compiuto Napoleon Hill in questi venticinque anni di ricerca;
inoltre, varie fortune finanziarie sono state accumulate grazie all’applicazione di
tale filosofia. L’impulso era stato semplice: un’idea che avrebbe potuto avere
chiunque.


La fortuna assunse l’aspetto di Carnegie, ma che dire della determinazione,
della chiarezza di intenti, del desiderio di raggiungere l’obiettivo, della tenacia che Napoleon Hill praticó per ben venticinque anni? Non poteva essere un normale desiderio
di sopravvivere alle delusioni, allo scoraggiamento, alle battute d’arresto, alle
critiche e al costante timore di “perdere tempo”. Era un desiderio ardente! Una
vera ossessione!
Quando Carnegie gli instillò l’idea, lui la nutrii, la indusse a rimanere viva.

Col tempo, ne sviluppó la forza, la fece diventare un gigante, finché non lo
stimolò e non lo motivò a maggiori azioni. Le idee sono fatte così. All’inizio, si infonde loro vita e applicabilità pratica, poi prendono il sopravvento e abbattono
ogni ostacolo.
I pensieri e l’immaginazione sono forze intangibili, immateriali, ma
sviluppano un potere più forte di quello della mente che li ha originati. Hanno la
capacità di sopravvivere anche dopo che il cervello che li ha ideati è tornato allo
stato di polvere.