temi le critiche? Ti senti in stallo? Credi in te stesso!

Prendiamo in esame alcuni sintomi di questo timore. Numerosi individui si
fanno influenzare dagli amici, dai parenti e dal prossimo in genere, al punto da
non osare vivere per paura delle critiche che riceveranno.
Un gran numero di persone ha grossi problemi con il coniuge, ma non ha il
coraggio di reagire, tirando avanti nella totale infelicità per paura di eventuali
rimproveri dall’esterno. (Chiunque si sia arreso a questo modo di pensare sa
quanti danni esso arreca all’ambizione personale e al desiderio di autorealizzarsi.
In pratica, li annulla).

Milioni di persone rifiutano di dotarsi di un’istruzione, seppur tardiva,
iscrivendosi ai corsi serali, perché temono di essere criticati.
Un numero esagerato di donne e uomini, giovani o attempati, permette ai
parenti di rovinare loro la vita in nome del dovere poiché sono spaventati dagli
eventuali rimproveri. (Il dovere non implica che si debba accettare la negazione
delle proprie ambizioni e del diritto di vivere la vita nel modo preferito).
Molti industriali e commercianti non osano rischiare perché sono intimoriti
dalle critiche che riceverebbero se dovessero fallire. In questi casi, il timore di
una censura è più forte del desiderio di successo.
Troppi evitano di puntare in alto o accettano una carriera qualsiasi per tema
delle critiche di parenti e “amici” che potrebbero dire: «Non pretendere troppo,
la gente penserà che sei matto».
Dopo che seguì alcuni studi da autodidatta e frequenti dei corsi di formazione on line, una voce interiore mi suggerì di dedicare del tempo alla scoperta della filosofia del successo, ebbi un istantaneo moto di paura per quello che avrebbe detto la gente. Il compito era al di sopra di qualunque impresa avessi concepito o in cui mi fossi impegnato fino ad allora.

Iniziai a cercare scuse e pretesti, tutte
manifestazioni riconducibili all’intrinseca paura delle critiche. Dentro di me,
qualcosa mi diceva: «Non ce la puoi fare, il compito è troppo difficile e richiede
molto tempo, che cosa penseranno i tuoi genitori? Come farai a mantenerti?
Nessuno ha mai enucleato la filosofia del successo, come credi di potercela fare?
Chi sei, in fondo, per fissare un obiettivo così elevato? Ricordati delle tue umili
condizioni di nascita, che ne sai di filosofia? La gente ti farà passare per pazzo.
(E lo stanno facendo). Perché nessun altro si è mai cimentato prima in questo
compito?»
Queste e altre domande mi frullavano in testa, occupavano la mia attenzione.
Sembrava che il mondo intero si fosse voltato a guardarmi con il preciso scopo
di mettermi in ridicolo e farmi rinunciare al desiderio di attuare il mio piano.
Ebbi allora l’opportunità di soffocare l’ambizione prima che si impadronisse
di me. In seguito, dopo aver esaminato migliaia di persone, ho scoperto che
molte idee vengono soffocate, mentre avrebbero bisogno subito della linfa vitale
sotto forma di progetti organizzati e azione immediata. Per coltivare un’idea,
occorre nutrirla subito, appena nasce. Ogni minuto di vita in più le dà maggiori
possibilità di sopravvivenza. Il timore delle critiche è alla base dell’aborto di
tutte le idee che non raggiungono la fase di progettazione e realizzazione pratica. Per questo è fondamentale ascoltare quei lampi di genio che ci suggerisce l’intuito.