La nuova maniera di commercializzare i servizi

In futuro, i professionisti che commercializzano le loro prestazioni dovranno
riconoscere il cambiamento che si sta attuando nei rapporti fra imprenditori e
dipendenti.
In effetti, il rapporto sarà meno basato sulla subordinazione e più sulla
coordinazione, che dovrà tener conto di questi tre fattori:

a. il datore di lavoro;
b. l’impiegato;
c. il pubblico che entrambi servono.
Questa forma di collaborazione è nuova per vari motivi. In primo luogo, i
servizi saranno affari per entrambi gli operatori e a vantaggio del pubblico. In
passato, le parti contraenti trattavano fra di loro cercando di spuntare le
condizioni migliori senza prendere in considerazione il fatto che, in ultima
analisi, le loro trattative venivano concluse a spese della terza parte interessata, il
pubblico da servire.
Oggi, le parole d’ordine del mercato sono “cortesia” e “servizio”, che si
pretendono più dal prestatore d’opera che dall’imprenditore in sé perché, in
fondo, entrambi sono alle dipendenze del pubblico che servono. Se lo servono
male, scontano l’errore con la perdita del privilegio di servire.
Ci ricordiamo tutti dell’impiegato del gas che veniva a leggere il contatore
bussando o suonando come un ossesso alla porta. Non appena aprivamo, entrava
di prepotenza con espressione irritata, quasi a significare: «Quanto diavolo mi fa
aspettare?» I tempi cambiano: oggi, l’addetto del gas si comporta da gentiluomo
che è “lieto di essere al vostro servizio”. Prima che l’azienda del gas si rendesse
conto che i dipendenti impazienti le facevano accumulare passività mai
recuperate, arrivarono gli educatissimi venditori che fecero affari d’oro.

Il principio di causa ed effetto che controlla gli affari, la finanza
e i trasporti, controlla anche gli individui e la loro condizione economica.