Siccome sapere ciò che non si deve fare è altrettanto importante di quello che si
deve fare, ecco di seguito i maggiori difetti personali da cui devono guardarsi i
leader.
- Incapacità nell’organizzazione dei dettagli. Un leader efficiente deve saper
gestire ogni particolare aspetto del suo lavoro. Nessun capo degno di tale nome<br> sarà mai “troppo impegnato” per fare una cosa che è suo dovere eseguire in
quanto capo. Chi, capo o sottoposto, ammette di essere “troppo occupato” per
cambiare i suoi piani o per prestare attenzione a un caso urgente, riconosce la sua
inefficienza. Chi comanda deve avere la padronanza di tutti i dettagli che
competono alla sua posizione. Questo comunque significa anche che deve saper
delegare le questioni secondarie ai suoi luogotenenti. - Indisponibilità ad abbassarsi rendendo servizi umili. Se lo richiede
l’occasione, i veri grandi leader sono disposti a eseguire ogni tipo di mansione
che di solito demandano agli altri. “Che i più grandi fra di voi siano servi di tutti
gli altri” è un verità che i bravi capi osservano e rispettano. - Aspettarsi di essere remunerati per quanto si “sa”, anziché per quel lo che
si fa con ciò che si sa. Il mondo non paga la quantità di nozioni che si hanno, ma
quello che esse ci permettono di compiere o di indurre gli altri a fare. - Timore della concorrenza dei sottoposti. Chi ha paura che un collaboratore
di più basso livello voglia scalzarlo dal posto può esser sicuro che, prima o poi,
essa diventerà realtà. Un capo abile addestra chi possa sostituirlo delegandogli di
tanto in tanto qualche sua mansione specifica. Solo in questo modo egli si
sdoppia e può essere in diversi posti, prestando attenzione a più cose
contemporaneamente. È una verità eterna che gli uomini sono pagati, oltre che
per i loro sforzi, per la capacità di indurre gli altri a lavorare proficuamente. Un
capo che conosce bene il suo lavoro e ha una personalità attraente può
incrementare di gran lunga l’efficienza dei collaboratori, facendo loro rendere
servizi migliori e maggiori di quanto farebbero senza il suo sprone. - Mancanza d’immaginazione. Se non ha fantasia, un capo non potrà mai
gestire le emergenze, né ideare progetti con cui guidare e motivare i sottoposti. - Egoismo. Il capo che si arroga tutti gli onori guadagnati anche grazie agli
sforzi dei suoi dipendenti può star sicuro di venire odiato. Chi è davvero bravo
non pretende onori, si accontenta di veder gratificare i suoi impiegati, perché sa
che gli uomini si impegnano di più se, oltre alla paga, ricevono lodi e
ringraziamenti. - Intemperanza. I sottoposti non rispettano un capo intemperante o sregolato. Inoltre, gli eccessi di ogni genere minano la salute di chi vi indulge.
- Slealtà. Avrei dovuto mettere questo difetto al primo posto. Il capo che
non onora la fiducia di cui gode presso i collaboratori, che gli stiano sopra o
sotto, non manterrà a lungo il posto che occupa. La disonestà lo marchia di
disprezzo, lo fa considerare meno importante del fango. La slealtà è uno dei
principali motivi di fallimento in ogni settore della vita. - Sottolineare la propria “autorità”. Un ottimo capo è capace di motivare i
sottoposti e non cerca di incutere loro timore. Se cerca di impressionarli con la
sua “autorità”, rientra nella disgraziata categoria, già citata, di coloro che si
impongono con la forza. Un vero capo degno di questo nome non avrà mai
bisogno di vantarsi di esserlo, se non facendo parlare il proprio comportamento
simpatico, comprensivo, onesto e competente.
- Sottolineare i titoli. Un capo competente non ha bisogno di “titoli
accademici” per ottenere il rispetto dei sottoposti. Di solito, chi si vanta delle
proprie qualifiche ha poco altro da mostrare con orgoglio. La porta dell’ufficio
del manager è aperta a tutti coloro che desiderano entrare e occupare tale
posizione, e il suo quartier generale è scevro da ogni formalità e ostentazione.
Queste sono le cause principali del fallimento: ciascuna di esse basta per larovina personale. Se aspirate a diventare dei leader, studiate attentamente l’elenco e assicuratevi di limare i difetti fino a liberarvene.